venerdì 20 maggio 2011

la teoria del giorno dopo

stavo mangiando un pezzo di pizza avanzato ieri sera quando ho avuto un'illuminazione, mi sono resa conto che si può valutare la qualità di molte cose semplicemente aspettando il giorno dopo.
prendiamo il cibo, se qualcosa è buona(o addirittura migliore) il giorno dopo riscaldata vuol dire che era buona anche appena preparata, no? spesso anzi bisogna far passare del tempo per poter valutare con sufficente obiettività. prendiamo il sesso, non si può assolutamente valutare sul momento perchè diciamocelo nel post-orgasmico tutto ci sembra più bello (certo se c'è un post-orgasmico altrimenti direi che c'è poco da valutare) per non parlare poi se si aggiunge una componente alcool o altre attenuanti, ma se una scopata ce la ricordiamo come ottima anche il giorno dopo quando ci svegliamo al suo fianco con dei postumi da sesso molto poco sexy...beh allora sicuramente era veramente buona.
credo passarò la serata a passare (scusate il gioco di parole) in rassegna tutte le cose che si posso valutare in base alla teoria del giorno dopo e una volta dimostrata credo farò direttamente domanda perchè venga inserita nei libri di fisica tra la forza di gravità e la legge di murphy.

dormire

“perché, a te come piacerebbe morire?”
“cadendo da una liana”
“eh?”
“non so perché, è la prima risposta che mi è venuta in mente”
“ma non muori, rischi di romperti le gambe o rimanere bloccata a un letto per il resto della vita ma non morire...”
“beh ma se cadi dall'altezza di tarzan sì che muori”
“eh in effetti”
“però perché si rompe la liana, non perché scivolo io o simile”
“beh quello logico, non avevo pensato diversamente”
“e tu?”
“beh se dobbiamo vedere il modo migliore ottimizzando velocità e incoscienza sarebbe un proiettile vagante in testa...però se devo scegliere qualcosa di figo direi per mano di un serial killer”
“stai scherzando?”
“no, però uno di quelli da torture post mortem, non amo il dolore fisico. Però pensaci, punto uno: la mia morte renderebbe felice almeno qualcuno, il serial killer appunto; punto due: rimarrei scritta in eterno come la vittima numero 5 per esempio e si parlerebbe un sacco di me. L'unico problema sarebbe che non potrei donare gli organi, probabilmente non sarebbero messi bene”
"no quello no in effetti. Sei strana tu”
“lo so, ma strana è bene?”
“sì strana va benissimo cucciola”
“buona notte tesoro”
“buona notte”
Lei la strinse forte in uno di quegli abbracci serrati che la Ragazza amava tanto, poi la lasciò sistemarmi a pancia in giù e la guardò mentre il suo respiro si stabilizzava nel sonno. Chiuse gli occhi e con una mano che ancora l'abbracciava si lasciò addormentare. Quella notte dormì un sonno senza sogni, ogni tanto si svegliava spostava un braccio da sotto la Ragazza, si sistemava incastrando il proprio corpo col suo o semplicemente la guardava rallegrandosi di averla lì accanto e tornava a dormire.

martedì 17 maggio 2011

lei sogna

"Si fermò a riprendere fiato per qualche secondo. Guardando indietro lo vide arrivare, aveva appena svoltato l'angolo. Camminava tranquillamente, con lo sguardo di qualcuno che ha la certezza di vincere, e la guardava fisso. Lei riprese a correre grava intorno quel posto non sembrava avere uscite solo un corridoio tutt'attorno a delle piccole stanze senza porta, ma non si poteva uscire: ecco perché l'uomo sapeva di avere già vinto. Era tutto uguale e stava chiaramente girando in tondo, ma non voleva fermarsi in fondo finché non si fermava l'uomo non l'avrebbe presa, anche se era in trappola.
Lei aprì gli occhi lentamente, spostò la testa dal cuscino al letto rannicchiandosi come era solita fare appena sveglia. Che fosse un sogno era chiaro da quando era iniziata quella sfida tra lei e l'uomo misterioso, ma non per questo era meno angosciante correre tutta la notte rincorsa da qualcuno. Si rigirò nel letto ancora frastornata, questa era una di quelle mattine in cui avrebbe voluto qualcuno al suo fianco nel letto per un po' di coccole mattutine, ma la sua ragazza era tornata a dormire a casa, giusto in tempo per evitare che Lei fosse linciata da amici e coinquilini per rapimento. Da sotto le coperte cercava di mettere insieme i pezzi di quel sogno strampalato, ricordava piccole scene e la corsa che sembrava eterna, chissà cosa voleva dire un ricorrente sognare di essere inseguita. Doveva cercare in internet, magari sul sito di qualche psicanalista improvvisato. Probabilmente la risposta sarebbe stata legata a una situazione problematica e la voglia di uscirne o qualcosa di simile, in fondo era una ricerca on line di cui poteva fare a meno. Anche perché per la prima volta da un sacco stava bene, sembrava paradossale ma era serena, tranquilla...certo entro i limiti di felicità che può dare una vita normale a una persona tendenzialmente cinica. Anzi tenendo conto che stavamo parlando di Lei stava andando tutto assolutamente alla grande! Si mise a fissare l'orario che lampeggiava sul soffitto della camera finché decise di alzarsi una volta per tutte, magari poteva fare qualcosa di utile al mondo in quella giornata, o più probabilmente l'avrebbe passata davanti al computer a cercare una risposta alla grande domanda del momento: cosa fare da grande. Peccato che le risposte esistenziali non si trovino in telefilm o videogiochi, l'avrebbe trovata da molto tempo se così fosse."

lunedì 16 maggio 2011

il suo futuro


"non sapeva con esattezza quando le cose erano così tanto cambiate, semplicemente un giorno si era guardata allo specchio e aveva realizzato di non avere più nulla per cui lamentarsi. era strano. il vittimismo è qualcosa che salva dal vivere la propria vita; la continua ricerca di qualcosa che si pensa di non poter avere e il dare la colpa a non si sa chi aiuta a non dover prendere decisioni vere su di noi. ma che succede quando le cose cominciano ad andare bene? si deve finalmente guardare in faccia alla realtà e decidere come vogliamo essere.
era successo tutto in fretta, prima non riusciva a vedere la luce in quell'oscurità, la sua vita sembrava inutile, poi un lavoretto che le dava modo di respirare un po' e sopravvivere, ora quella storia. sembrava impossibile ma aveva davvero una relazione di quelle con tanto di anniversario e alla luce del sole, beh per quanto possibile visto le attenuanti del fatto che fossero due ragazze. era felice con lei, stranamente felice; non che ci fosse qualcosa di strano o sbagliato, ma le sembrava impossibile ormai stare con qualcuno senza paranoie, segreti o chissà che altro...solo loro due, insieme, semplicemente. e ora? ora non aveva più scuse, ora era arrivato il momento di decidere cosa fare, come rispondere alla domanda: tu che fai? per rispondere alla domanda: tu chi sei? è questa la fregatura di ottenere qualcosa che desideri, poi ti tocca passare al prossimo punto della lista, e dopo 'essere qualcuno per qualcuno' non c'era molto altro nella lista, rimaneva solo quel 'essere ricca e famosa' che aveva scritto da bambina. ok in questo momento odiava un po' lo stato attuale di serenità, anche gli incubi erano spariti...patetico. quindi è così, basta qualcuno che sembra tenere a te e passano tutti i mali?
ogni tanto pensava alla sua attrice, era più di un mese che era sparita. sapeva fin dall'inizio che sarebbe andata così, qualcuno che ti devasta così la vita non può rimanerci a lungo, sono persone fatte per muoversi spostarsi. è difficile gestire qualcuno che ti dona sempre tutto, noi non siamo fatti per fare altrettanto e non saremo mai all'altezza. avevano avuto insieme un anno intenso come 10 con qualcun altro e ora se n'era andata così come era arrivata. mary poppins insegna no? arriva, stravolge al tua vita ti mostra come sei veramente e poi ti lascia vivere il tuo nuovo io andando ad aprire gli occhi a qualcun altro. probabilmente la sua attrice ora stava sconvolgendo qualcuno che l'avrebbe ricordata per sempre per questo. per qualche tempo non era stato facile per lei, poi piano piano aveva capito che così doveva andare e aveva lasciato andare il suo ricordo. in quell'anno era stato difficile pensare al suo futuro, sembrava che tutto dovesse ruotare attorno alla sua attrice in qualche modo, era impossibile fare piani realistici, tutto si basava su ipotetiche persone che avrebbero dovuto stare insieme per sempre. già quando aveva trovato un ragazzo avevano dovuto un po' scontrarsi con la realtà, lui faticava ad accettare questo mondo illusorio. ora erano arrivate a un punto morto dove lei aveva dovuto arrendersi e tornare a camminare sulla terra. ne era felice, non si può volare per sempre, perderebbe di significato e di bellezza.
e ora doveva ricordarsi come mettere un piede avanti l'altro, ma soprattutto decidere dove andare, le piaceva però pensare che almeno per un po' non sarebbe stata sola nel cammino.qualcuno una volta le aveva detto che quando ci si perde la strada migliore è quella che va in salita, primo perchè raramente siamo così fortunati da non dover fare fatica, secondo perchè sulla cima la montagna è molto più piccola ed è più facile capire dove si è."

poeti maledetti...per forza?!

possibile che gli "artisti" debbano essere sempre dannati infelici e simile? è allucinante come sia difficile scrivere quando stai bene e sei felice. quando le cose non vanno e ti senti morire dentro, le parole scorrono come lacrime o forse al posto loro e ti serve per andare avanti, su quelle lettere scarichi tutta la tua sofferenza. quando sei felice, beh sei felice che altro ti interessa? e poi di cosa parli,di unicorni e nuvolette rosa? una grande e orribile verità è che nessuno vuole sapere di qualcuno che sta meglio di lui, alla gente piace leggere di persone con vite del cavolo in modo da rallegrarsi della propria.
c'è però una piccola parte dentro tutti noi che ha ancora bisogno di sperare in un "lieto fine"...altrimenti la disney avrebbe chiuso i battenti da un bel po'. quindi le opzioni diventano due: ho torno al periodo triste e depresso per riuscire a scrivere qualcosa di decente o proviamo a seguire l'esempio di nonno walt e vediamo se si riesce a scrivere qualcosa di decente anche da ottimista...bah?!
è che io ci provo a essere triste e arrabbiata, ma poi alzo gli occhi, vedo delle bellissime orchidee che mi sorridono sulla scrivania e...insomma come si fa a essere tristi quando delle orchidee ti sorridono così?

mercoledì 11 maggio 2011

addomesticata


In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. " Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma.se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe. " C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita,
sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in
fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai
addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io
mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo

onde sismiche

secondo non mi ricordo quale previsione strana fatta da non so chi, oggi a roma dovrebbe esserci un terremoto che distruggerà la città. sarebbe brutto, primo perchè roma è una bella città da distruggere secondo perchè è così poco sismica che per distruggerla dovrebbe esserci una scossa veramente forte da qualche parte e non sarebbe per nulla carino...tanto a me non cambia molto se anche ci fosse amen sto al sesto piano e pure zoppa :P
scherzi a parte, minchiate del genere almeno ti fanno fare domande carine, ti chiedi se ipoteticamente fosse vero e avessi un minimo preavviso cosa vorrei fare, chi vorrei vedere/sentire. la principessa poco fa diceva che ci sarebbero molte telefonate che vorrebbe fare, io ci ho pensato e credo di essere davvero fortunata perchè non avrei nulla da dire a nessuno, o meglio tutte le cose importanti le ho dette in questa fase della mia vita e non avrei rimpianti...caso più unico che raro chissà quando succederà di nuovo. una telefonata solo farei forse e sarebbe alla mia attrice, ma non per dirle qualcosa, le ho sempre detto quello che provo per lei e quanto è importante, anche se non ci parliamo da un mese nulla è cambiato e se mi conosce lo sa bene. no la chiamerei per sentire la sua voce. sì vero potrei chiamare qualcun altro la cui voce mi manca in fondo sempre ma preferirei di no, preferirei avere nella mente la sua immagine che mi manda un bacio dall'ascensore uscendo di casa stamattina. nessun rimpianto in quel senso, solo serenità.
una telefonata farei se sapessi che sono i miei ultimi momenti... non è per nulla male come resoconto l'avere una sola cosa da dire, sono molto fiera di me. chissà se qualcuno avrebbe una telefonata da fare a me...

domenica 8 maggio 2011

"non giocare a calcio che poi ti fai male!"

ieri al lavoro, giocando a calcio con un bambino, mi sono slogata un piede. ora sembra così una cavolata ma ieri a clock non rideva molto. visto che naturalmente ho finito il turno di lavoro e ho guidato fino a casa il piede non era molto felice,unito allo shock dell'infortunio e a un generale risentimento del mio corpo che mi porto avanti da un bel pezzo...alla sera ero abbastanza preoccupata, era gonfio e mi faceva un male cane anche da fermo, non riuscivo ad appoggiarlo e per un attimo ho temuto si fosse rotto qualcosa. dopo un bella notte di sonno un po' forzato ora sta meglio, al rallentatore sono riuscita a muovermi per casa e sono sicura ormai sia solo una storta.
perchè racconto questo, non perchè mi freghi particolarmente di essere compatita o simil ma perchè è stata finora un'esperienza molto utile:
1- mi ha ridato la conferma che in qualche modo riesco a cavarmela da sola, finchè ho la giusta lucidità
2- mi ha fatto capire ancora una volta che il mio intuito funziona bene e su chi posso contare nel remoto caso avessi bisogno
3- sono proprio figlia di mamma e papà
fra qualche ora vado al lavoro, guiderò e resterò 4 ore e più, poi guiderò per tornare indietro e passerò i prossimi due giorni a riposarmi. il mio corpo a fino giornata si lamenterà molto ma ormai ha imparato a fare i conti con la mia testa dura. un giorno magari riuscirò a mettermi di più nelle mani di qualcun altro e chiedere aiuto veramente, ma non è ancora il tempo.

giovedì 5 maggio 2011

una questione di equilibrio

una persona entra nella tua vita e a quanto pare una deve uscirne. non che le due cose siano legate in qualche modo anzi, ma è una questione di equilibrio cosmico probabilmente, qualcosa del tipo a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria; azione e reazione non si conoscono nè hanno niente l'una contro l'altra, ma vanno in direzioni opposte.
pensavo davvero sarebbe tornato tutto come prima, che un giorno sarebbe apparsa alla mia porta come nulla fosse successo, fa sempre così. invece no, qualcosa è cambiato definitivamente a quanto pare e non apparirà dal niente come suo solito con un sorriso sotto gli occhi scuri. è strano perchè tante cose nella mia vita sono girate attorno a lei nell'ultimo anno, in qualche modo c'era sempre e davo per scontato ci sarebbe stata sempre, in fondo era lei: la mia attrice. è strano quando qualcuno esce così di colpo dalla tua vita senza nemmeno capire come o perchè.
il problema è che, come molte altre cose, non si può decidere da soli di far parte della vita di qualcuno è una decisione a due sensi; per cui per quanto lo voglia sembra che io non posso tornare a far parte della sua vita... e poi qualcuno mi rinfaccia ancora di dare per scontato che tutte le persone presto o tardi se ne vanno...

lunedì 2 maggio 2011

clock's back


fare 567 km in macchina da sola fa pensare e vedere tante cose:
  • mamma che mette bottiglie congelate un po' ovunque in macchina;
  • scoprire che quel tratto di autostrada è a due corsie e non averlo mai notato, anche dopo esserci rimasta ferma 40 minuti salendo;
  • un gruppo di buffi motoclisti/e;
  • fantasticare sulla forma delle nuvole per passare il tempo;
  • vedere una punto capovolta in corsia di sorpasso e i proprietari illesi e increduli che la fissano;
  • niente traffico a firenze sud;
  • bloccare per 10 km una macchina in corsia di sorpasso e poi scoprire che era una ferrari;
  • il momento di sconforto quando mancano ancora 2ore all'arrivo;
  • bestemmiare contro una macchina lenta in seconda corsia, sorpassarla, vedere dentro 4 suore e sentire le porte dell'inferno aprirsi solo per me;
  • la felicità quando si scende sotto l'ora all'arrivo;
  • percorrere gli ultimi 40 km ai 140 all'ora (...anche se ormai non sei più in autostrada);
  • arrivare a roma il 1maggio 2011 e ignorare bellamente concerto e papa;
  • allungare di 40 minuti (e altrettanti al ritorno) solo per poter dire: "ho attraversato l'italia per venire da te".