sabato 5 febbraio 2011

una clock al parco

oggi ho scritto tardi il mio sogno perchè sono stata fuori quasi tutto il giorno con la mia attrice. mi ha chiesto di farle delle foto da usare col curriculum, io avevo i miei dubbi di essere capace di farne di interessanti, ma si sa che lei ha più fiducia in me di quanta ne abbia io. siamo andate nel parco vicino a casa mia, è molto bello e grande. ci siamo state per delle ore, le ho fatto tantissime foto (e ben tre sono utilizzabili!!!) abbiamo passeggiato, parlato, guardato la gente e lei ha letto il mio ultimo racconto. è stato bello vedere qualcuno che legge, sorride e si emoziona con le tue parole, soprattutto se è qualcuno che non le ha vissute (l'ultima volta era troppo facile farla emozionare: parlavo di lei!) le avrò fatto un centinaio di foto mentre legge, è bellissimo vedere le espressioni cambiare sul suo volto e chiedersi a che punto si trova. mi dato coraggio, credo sia arrivata l'ora di far uscire di casa anche questo mio nuovo figliolo e farlo leggere un po', anche se in questo caso è particolarmente dura.
è questo il problema quando scrivi di cose così legate a te, in scrittura corri più veloce perchè conosci ogni emozione, però poi è dura vedere momenti così personali nelle mani di qualcun altro. la paura è che non ci veda la magia che ha vissuto tu in quei momenti, e questo può far perdere di valore anche ai tuoi ricordi. per questo non bisogna mai scrivere se non di cose passate, chiuse, che non si possono più modificare e che abbiamo superato. ci vuole un minimo di distacco altrimenti vedere il tutto lì, scritto nero su bianco brucia tremendamente. la mia ferita a volte brucia ancora, ma ormai riesco a vedere il tutto come non fosse successo a me, ma solo alla solita sfigata di quei racconti.

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